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Storie da mangiare





Questa è una storia parallela a "due facce": con optional di lettura double-face  - da una parte Olivia stecchino, dall'altra in versione cannone — da una parte la storia di Scheletrina, bambina a cui non piace mangiare nulla se non cibi di colore blu, come e mirtilli; dall'altra parte invece c'è Cicciabomba, la quale al contrario mangerebbe in continuazione di tutto, tranne cibi blu.

In entrambi i casi la protagonista è Olivia, bimba di sette anni troppo magra/grassa a seconda di quale versione leggiamo. In entrambi i casi, la protagonista è una bimba che non ha un rapporto sereno con il cibo, che si abbuffa o digiuna con il risultato di ritrovarsi con una serie di nomignoli spiacevoli: 

" La chiamano con mille nomi e nessuno è mai Olivia. La chiamano:
Sottiletta.
Acciuga.
La Smilza.
Grissino.
Bacchetto.
Biafra.
Cavalletta.
Ma soprattutto la chiamano:
Scheletrina.
*
La chiamano:
Grassona.
Palla di lardo.
Ciccia.
Cubetto.
Pancetta.
Scrofolina.
Cannoniera.
Ma soprattutto, la chiamano:
Cicciabomba.

Quando era piccola pensava: qualsiasi altro nome è più bello di Olivia. Adesso, quando la maestra dice: Olivia, alla lavagna! Lei è felice e vorrebbe che la chiamasse alla lavagna cinquanta volte al giorno".

In entrambi i casi, la protagonista è una bimba triste e che si sente diversa dagli altri, anche se per motivi opposti. Con il passare del tempo, e con l'aiuto di due torte speciali da cucinare insieme alla sua famiglia, Olivia senza quasi rendersi conto riuscirà a trovare il giusto equilibrio e a diventare una bella bambina che sorride alla sua immagine riflessa nello specchio e impara a volersi bene. Una storia adatta a tutte le età, dagli otto anni in su, condita con insicurezze, ricette mai ovvie, nonne matte e deliziose immagini della protagonista calata nei diversi contesti: in classe, sospesa tra i colori delle vivande — «il rosso non le sta tanto simpatico. Pomodori con tutti quei semini. Pizza gommosa sotto i denti…» 

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